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L’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio è un luogo davvero speciale: è la più piccola chiesa di Milano, ha origini medievali e non possiede campane, ma ciò che lo rende speciale, anzi unico, è la posizione in cui si trova: sorge nello spartitraffico di via Lorenteggio, una trafficata strada della periferia sud-ovest di Milano, e un doppio filare di alti platani gli fa da viale d’accesso.

Sono così remote le origini dell’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio e così numerosi gli eventi cui ha assistito nella sua lunga vita, che è difficile discernere tra storia o leggenda

Da un millennio infatti “resiste” ai vari tentativi d’abbattimento, ultimo baluardo storico del quartiere.

Dedicato a San Protaso, VIII Vescovo di Milano, sepolto nella Basilica di San Vittore al Corpo, è stata edificata circa mille fa, pare, sopra un tempietto pagano dedicato a Giove.

Era la cappella della vicina cascina-monastero dei Benedettini, abbattuta negli anni ’60, e dipendeva dalla Basilica di San Vittore.

Sorgeva tra campi e marcite, in quello che era all’epoca il “Comune dei Corpi Santi di Porta Vercellina”, uno spicchio di territorio fuori le mura che giungeva fino al confine con il Comune di Lorenteggio.

Nei pressi della chiesina, oltre ai campi vi era anche la coltivazione di gelsi e una vasta zona boschiva, territorio di caccia dei Visconti.

L’Oratorio di San Protaso è ricordato anche come Chiesetta del Barbarossa, perché una leggenda racconta che l’imperatore Federico I di Svevia, accampato in zona con le sue truppe per preparare l’assedio alla città, volesse abbatterla. Poi vi entrò e promise di risparmiarla in cambio della vittoria sui milanesi, che ottenne … e la chiesina fu risparmiata.

In mancanza di documenti ufficiali riusciamo a datare la   edificazione dell’Oratorio di San Protaso grazie all’affresco presente nella parte bassa dell’abside: un “velario” tipicamente medievale risalente agli inizi del 1000, quindi coevo o di poco posteriore alla costruzione.